martedì 3 giugno 2008

Nei pressi della spiaggia dai lunghi teli bianchi al vento....

La sera era iniziata allo stesso modo del giorno prima e di quello prima ancora.
Ormai il tempo e le giornate sembravano tutte uguali, la clessidra della sorte sembrava essersi svuotata di ogni singolo granello.
Avevo perso il conto di quanto tempo fosse trascorso dall'ultimo momento magico sul pontile.
I suoi occhi potevano essere ovunque meno che lì sulla spiaggia dai lunghi teli bianchi al vento.
La musica era alta e centinaia di persone ballavano seguendo il ritmo in quella che si sarebbe preannunciata come una lunga nottata al chiaro di luna aspettando l'alba spuntare all'orizzonte.
I miei occhi cervano nelle donne presenti bricioli di quella luce che avevo visto solo sul volto di orchidea. Camminavo sfiorando corpi gli uni ammassati agli altri, quasi a ricordarmi il calore e la passione che quel fiore poteva darmi fondendomi con esso in un abbraccio immenso.
Su quella spiaggia rividi una donna che un anno prima aveva condiviso con me bricioli di quella passione carnale, ma per quanto potesse farmi piacere rivederla la mia testa era lì su in quel cielo corvino.
I miei pensieri si erano trasformati in stelle con la speranza di poterla cercare dall'alto in qualsiasi posto al di fuori della spiaggia con i lunghi teli bianchi al vento.
Dentro speravo di poterla ritrovare, avevo smesso di raccontore a me stesso favole illusorie che potessero in qualche modo buttarmi fumo negli occhi.
Orchidea era diversa dagli altri fiori che avevo sfiorato e curato nel mio giardino, era diversa perchè ero consapevole che avrebbe portato la mia anima in luoghi senza recinti, senza cancelli.
Ormai potevo circondarmi di mille fiori, la stagione della primavera era in corso e potevo riempire di colori il mio giardino, ma volevo solo lei.
Mi fermai in mezzo a tanta gente che si muoveva, unica foglia ferma nel vento della gioventù di presenti....immaginai la scena che dietro alla coppia che si baciava di fronte a me, potesse nascondersi lei, ferma con quella sua bellezza unica, semplice acqua e sapone, ma dannatamente complicata.
Chiusi gli occhi per un secondo e raccontai al mio cuore l'ennesima favola.....
Riaprii gli occhi e lei era lì.
Capelli lunghi, che le cadevano di lato su una spalla.
Solite scarpe alte, questa volta bianche come la panna montata che bacia fragole rosse come il colore delle sue labbra.
Una gonna di jeans si disegnava perfettamente sulle sue curve, una canotta bianca le sfiorava delicatamente la pelle. Se ne stava ferma a guardare gli altri ballare.
Mi fermai di colpo...
Mi guardò, la guardai....sorrise sorpresa. Che poesia....
Una poesia durata pochi secondi....l'imbarazzo della situazione poi per la prima volta scappai da quella favola a occhi aperti.
Trascorse la serata.....la musica leggermente svanì portandosi dietro persone e di orchidea neanche l'ombra....
La rividi prima di andar via dalla spiaggia dai lunghi teli bianchi al vento, evitò di salutarmi forse, non capivo se era imbarazzo, solita timidezza o un chiaro segnale a mai più rivederci...
Si disperse nella folla scomparendo di nuovo da dove era venuta, chiusi il libro delle mie favole amareggiato, ma guardai lo stesso il cielo e una stella mi strizzò un occhio...
Pensai a quell'incontro desiderato parlando alle stelle e mi ricordai le parole di orchidea rivolte non a me....
"Attento a quello che scegli di desiderare perchè sarà senz'altro tuo".
----------------------------fine seconda parte-----------------------------------------------

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