Questo blog nasce per un semplice motivo,non far invecchiare le mie emozioni e ringiovanirle ogni volta che tornerò a leggere. Amori,amici, persone perse e ritrovate..ansie e paure,un diario pubblico non per gli altri,ma semplicemnte per me,per come sono. Nella mia vita non ho fantasmi e le persone che mi stanno accanto e mi conoscono veramente sanno che sono così come mi vedi, ed è così che mi ritroverai ogni volta quando mi ricorderai. Lasciate dei commenti sinceri, crudi o belli che siano!
mercoledì 12 novembre 2008
la vista, la poesia dell'anima!
mercoledì 22 ottobre 2008
nel silenzio della notte, arrivederci nonno.
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E' un po di tempo che non scrivevo, gli ultimi giorni sono stati carichi di emozioni in tutti i sensi.
Una danza di lacrime e sorrisi sulle note di una musica che non ha smesso per un attimo di suonare.
In questi giorni ho rivisto una persona che mi ha fatto vivere delle sensazioni piacevoli in pochissimo tempo, ridandomi una boccata di ossigeno e in questi giorni il mio dolore ha salutato una persona a me cara, una persona che riconterò un giorno, in un altra vita.
Martedì mio nonno Vincenzo ha salutato per l'ultima volta questo mondo, preparando la sua valigia per un ultimo viaggio, forse l'inizio di un qualcosa di nuovo.
Come sempre nella vita ci sono viaggi che portano in luoghi e viaggi grazie ai quali si ritorna al proprio mondo con un qualcosa in più.
Nel silenzio della notte te ne sei andato via, i medici hanno detto che ci hai salutato nel sonno.
Tu che hai girato un mondo intero e conservato nella profondità di quegli occhi turchesi un pezzetto di cielo, hai scelto una giornata bellissima per andartene.
Era il 21 ottobre ma a Napoli sembrava una giornata di Agosto.
Anche il sole caldo al mattino fuori alla Chiesa, sembrava essere lì per te.
Ero li con te quando ti ho portato sulla spalla in chiesa, tra lacrime di figlie e sguardi tristi di amici e parenti...
L'ironia della vita, vivi un esistenza intera tra battaglie e affanni, cercando di non essere calpestato e ti strattoni sgomitando nella folla di gente che lotta come te per avere un proprio spazio, e poi? Alla fine?
Un metro e poco più di legno nel quale vieni chiuso e messo sotto terra.
Ecco il riassunto della materialità umana.
Carne e Ossa in un monolocale dove tocca ai vermi e alla terra finire il lavoro, togliere le traccia di ogni minimo resto di te legato alla materialità.
E' stato il primo funerale a cui ho partecipato e nella gioa di rivedere parenti e cugini lasciati molti anni dietro ho provato un misto di dolore e sorrisi sinceri.
In questa dedica voglio ringraziare tutte le persone che amo e che mi sono vicine.
Un ringraziamento va a mia Madre che mi ha insegnato tanto e che tutt'ora è la mia bussola.
Mio padre che con la sua presenza è il mio pilastro.
Mia sorella che non fa mai invecchiare il Pater Pan che è in me.
Il mio migliore amico Nicola che con il suo silenzio al funerale mi è stato vicino più di tutti cullando il mio dolore, un grazie a Luca e ai miei cugini che mi hanno regalato sorrisi in una giornata grigia ma con un solo bellissimo.
Un bacio a Chiara che se non mi avesse fatto vivere squarci di favola due giorni prima sarei andato al tappeto direttamente se non avessi avuto grazie a lei ossigeno per resistere a questo colpo.
Ma sopratutto a te grazie Nonno, te che mi hai regalato un infanzia ricca di ricordi e di giornate belle.
Ti saluto con la stessa dedica che ti ho fatto nei miei pensieri quando ti ho baciato in chiesa....
CIAO NONNO CI RIVREDO UNO GIORNO.
Guardaci dall'alto e proteggici.
Ti voglio bene.
martedì 2 settembre 2008
sorrisi da neonati
giovedì 31 luglio 2008
kiky
giovedì 24 luglio 2008
PASSI ANONIMI.....
domenica 13 luglio 2008
un titolo lungo una vita. (quinta parte)
La pioggia picchiettava forte nel centro di Milano.
Gli occhietti attenti di un piccione fermo e inzuppato sul bordo di un cornicione, osservavano quel concerto variopinto di ombrelli fluire in basso nelle vie della citta.
Uno squarcio di colore donato a quella giornata grigia come una nuvola piena d'acqua.
La pioggia scivolava veloce sulla pelle di quella stupenda donna vestita in rosso che correndo sui tacchi cercava di farsi largo tra la gente.
Il ritmo della pioggia era aumentanto incessantemente e cercare di proseguire lungo le vie del centro senza un ombrello e per lo più con dei tacchi risultava un buon motivo per fermarsi presso la Feltrinelli e aspettare che il tempo si fosse ripreso, ascoltando qualche nuovo singolo con le cuffie o cercando tra le occasioni un buon dvd, un libro con il prezzo in offerta segnato in giallo.
Molte erano le persone che avevano avuto lo stesso pensiero di quella donna, all'ingresso gli ombrelli chiusi erano tantissimi e l'addetto alla sorveglianza fermo sulle porte scorrevoli aveva l'aria di chi in testa aveva lo stesso mucchio di pensieri caotici dettati dalla stanchezza.
Gli occhi di quell'uomo si riempirono di nuova luce nel vedere quella donna in rosso entrare e fermarsi un secondo sull'ingresso della galleria.
La bellezza di quella donna fermava il tempo e nonostante avesse tutti i capelli lunghi bagnati emanava un fascino capace di ammaliare i sensi, un mix di desiderio carnale e di poetica contemplazione.
La galleria era piena, persone ovunque ferme ad osservare scaffali stracolmi di libri, cd, film.
In sottofondo una leggera musica classica che addolciva l'udito e rilassava la mente.
Girando tra i vari reparti, la donna in rosso si fermo guardandosi intorno cercando nello scaffale che aveva di fronte un buon libro dalla copertina e dal titolo intrigante.
Dietro di lei una comoda poltroncina bianca libera, un invito a sedersi e gustarsi una bella anteprima nell'attesa che fuori il cielo avesse smesso di fare i capricci.
Tanti erano i libri, molti autori italiani noti, ma quasi come se l'occhio guidasse la sua mano, si ritrovò a cercare nel settore degli scrittori emergenti.
Ad un tratto la mano e lo sguardo si fermarono simultanemante di colpo.
Un libro dalla copertina viola e con al centro un fiore bellissimo, intitolato orchidea.
Un brivido lungo la schiena e un leggero nodo allo stomaco.
Un leggero senso di incredulità, scetticismo e paura si mescolarono nella sua testa.
La sola idea di ritrovarsi tra le mani il capitolo più bello e più significativo lungo il quale il suo cuore aveva imparato a muovere i primi passi le stava creando una sorta di impotenza nel cercare di aprile la copertina.
Quell'orchidea al centro sotto il titolo aveva quasi paralizzato la sua attenzione. Lente di ingrandimento che stava leggendo dentro di lei attimi andati ad una velocità assurda.
Lesse la firma dello scrittore e riconobbe solo il nome di quello che era stato il pricipale motivo per cui aveva deciso di scappare da qualcosa più grande di lei.
Si sedette sulla poltroncina bianca e con il libro sulle gambe respirò un secondo prima di aprilo e addentrarsi in quella storia cercando una risposta: lui e lei oppure una beffarda coindicenza.
Sotto al titolo nella prima pagina c'era una dedica: a te mia orchidea profumo dei giorni miei e unico fiore simbolo del mio futuro eterno riposo.
Richiuse il libro, conosceva una sola persona capace di sintetizzare con poche parole tanta passione enfatizzandola portandola quasi a sfiorare il limite.
La curiosità e il voler conescere il seguito era tanta.
I suoi occhi si fermarono sulla prefazione:
"Ognuno vive la vita come meglio può, correndo lungo risacche che cancelleranno le orme lungo il sentiero ma impotenti nello scalfire la memoria del viaggio una volta giunti a destinazione. Ognuno viva la vita scivolando su vetri che rifletteranno riflessi opachi di se stessi fino al momento che qualcuno gli mostrerà come aprire quella finestra e spiccare il volo unendosi a stormi di rondini migratorie.
La vita è ricerca a tratti celata e a tracci ostentata di marchiare a fuoco sulla propria pelle le iniziali di coloro che hanno dato un senso ai propri giorni per scrivere poi alla fine con tutte quelle lettere il titolo della propria esistenza.
Ho sopravvisuto al cospetto della mia vita come meglio ho potuto fino a quando non ho conosciuto la mia prima alba da coscente partecipante alla vita.
Ho sopravvisuto al cospetto della mia vita come meglio ho pututo fino a quando tu ORCHIDEA non mi hai insegnato ad amarmi nutrendomi dell'amore verso di te.
Una lacrima cadde sulla pagina aperta, la donna in rossa conosceva bene quelle parole, erano state le ultime parole che aveva scritta il suo uomo in quella lettera che le fu data in stazione quando le disse per la prima volta TI AMO quando si lasciarono per sempre.
Erano passati anni da quando si erano persi, da quando lei aveva provato invano a dimenticarlo nascondendolo nei laririnti più cupi della memoria, ma rileggendo quelle parole e ritrovandosi tra le mani un libro che parlava di loro, si ritrovò di fronte la realtà cruda e nuda: esiste un solo amore che ti segna per sempre.
Il telefono squillo strappando la donna dal libro e dai ricordi.
"Amore dove sei?". Una voce calma e rassicurante aspettava una risposta.
risposta che per qualche secondo tardò ad arrivare.
"Antonio sono in libreria, mi trovavo a passare di qui e volevo prendere un libro di favole per il nostro fiore!"
"va bene tesoro, orchiedea è qui al mio fianco vuole salutarti.!"
"mamma, mamma dove sei?"
Una voce tenere e molto squillante trillo quasi nel telefonino.
"Cara, mamma fra poco torna a casa, ti ho preso un bel libro di favole così stasera lo leggiamo insieme!"
"Grazie mamma, ti voglio bene!". La parola passò di nuovo al padre della bimba con la voce tenera e soffice come l'ovatta.
"Cara ci vediamo a cena. Ti Amo!"
"Ok a dopo! Ti amo anchio!"
La conversazione si chiuse e la donna resto per qualche secondo in silenzio senza fare niente, immobile.
Un uomo si avvinicinò porgendole un tovagliono.
"Deve essere un libro stupendo se si è commossa fino a questo punto!"
Aveva un sorriso smagliante, intorno alla quarantina, con modi gentili e molto educato.
La donna alzò gli occhi e sorrise.
"Grazie. Si è un libro stupendo, il più bello che abbia mai letto!"
SI alzò asciugandosi le lascrime e posò il libro dove lo aveva preso, non provò minimamente a leggere il finale della storia e non penso minimanente di portarlo con se alla cassa.
Prese un libro di favole per sua figlia e uscì dalla feltrinelli.
Fuori pioveva ancora e l'incessante mucchio di ombrelli continuava a brulicare lungo le vie del centro.
La metropolitana che l'avrebbe condotta a casa distava una quindicina di minuti a piedi.
La donna in rosso si avviò a passo lento in mezzo alla folla, lasciando che la pioggia potesse bagnarla per bene e sicuramente nessuno di quei tiepidi e frettolosi sguardi notò che non solo la pioggia bagnava quel suo viso stupendo, ma che anche altre gocce cadevano giù e non certo dal cielo.
mercoledì 18 giugno 2008
contro il tempo....quarta parte.....
sabato 14 giugno 2008
Il mondo in una stanza....terza parte
L'orologio ovale appeso al muro non batteva. Il suo cuore era fermo e le lancette avevano smesso di rincorrersi in un giro infinito.
La stanza era buia. La luce fioca della luna, solo lei baciava il lenzuolo bianco disteso sul letto squarci di luce bianca penetravano dalla persiana lasciata aperta.
Persino la città dormiva, il silenzio era onnipresente ma non in quella stanza.
Fissavo la soffitta, sempre più assuefatto, assistevo impotente i miei pensieri che prendevano forma.
Li vedevo indossare ali e danzare davanti ai miei occhi, fotogrammi che mi ricordavano un solo paio di occhi, un solo sorriso, una sola lolita, la mia lolita.
Mi ricordavano cosa cercasse la mia anima e non avevo il coraggio di voltarmi al mio fianco.
Non ero solo nella stanza e lì distesa al mio fianco c'era lei o meglio il ricordo della sua presenza.
Aveva lasciato quelle quattro mure quando ancora l'orologio appeso al muro batteva forte, incessamente.
L'ultima volta che mi svegliai all'alba, di lei nessuna traccia, solo un petalo del suo fiore sul cuscino impregnato dal suo profumo. Un messaggio che aveva fermato anche l'ora.
Il tempo era andato via con lei, lasciando in quella stanza ricordi e senzazioni destinate a non invecchiare.
Sfioravo il vuoto al mio fianco con il palmo della mano, avevo gli occhi chiusi e immaginavo di accarezzare le sue gambe nude, il suo ventre caldo disegnando circonferenze con l'indice intorno al suo ombellico.
Soffermarmi sul suo viso, esplorando il suo mento, i suoi zigomi, le arcate sopraccigliari.
Riviverla ancora nelle mie mani.
Tra le labbra trattenevo quel petato, lieve sapore di lei e gli occhi cominciavano ad umidirsi.
Sentivo l'anima quasi esplodere in un grido alato. Un grido destinato a cercarla li nel mondo di tutti i giorni, un mondo che della mia lolita, non conosce niente che vada oltre il suo aspetto fisico.
Amavo la mia bimba, in un corpo maturo ma amavo di lei anche la sua fermezza di donna acerba pronta a fiorire diventando matura.
Sapeva del mio amore e giocava con il mio cuore come una bimba che sorride seduta su un altalena.
Sapeva che l'avrei cercata ovunque il mondo l'avesse portata, in qualsiasi angolo della terra che avesse avvertito la sua fraganza.
Ma ero solo in quel momento nella stanza dei nostri incontri, luogo di complicità passionale come l'estate e segreto come uno scrigno, nascosto in una stiva di una nave in fondo al mare.
Il telefono squillò due volte sussurandomi e strappandomi dal sogno a colori, ma vigliaccamente non alzai la cornetta.
La segreteria sul comodino si accese e cominciò a parlarmi.
“Ciao....so che ci sei....non cercarmi più....! Do un taglio con tutto e tutti, grazie per aver letto dentro di me....ma devo dare una svolta alla mia vita di adesso....ho un sogno da inseguire....”
La segreteria tornò in silenzio.
Ascoltai la sua voce fragile e vera ma a tratti fredda per assumere un tono distaccato.
Dovevo rivederla, provare a fermarla o cercarla in giro per il mondo, avevo ancora una cosa da dirle.....
Il luogo della telefonata era distante....ma per un amore vero e sviscerato come il mio anche danzare e cercarla tra le stelle diventava una passeggiata.......................................
.............................................................fine terza parte..........................................................................
dave
martedì 3 giugno 2008
Nei pressi della spiaggia dai lunghi teli bianchi al vento....
giovedì 29 maggio 2008
"Il pontile"-----parte prima------
venerdì 9 maggio 2008
Le mie paure
Stasera sono in un angolo, come un pugile con la guardia alta che evita di prendere pugni da qualsiasi parte, il fiato è pesante e le braccia fanno fatica a restare su. Il viso è risentito dai colpi, gli zigomi pure, il cervello corre e non si ferma corre come cavalli selvaggi.
Stasera apro con una metafora e chiuderò con una metafora.
Nel blog parlo molto della morte, (tranquillizzatevi non è un preallarme di un possibile suicidio).
Perché parlo di lei?
Perché ogni giorno che passa mi rendo conto che dei perché della vita lei è una delle poche che può dare risposte precise e sensate.
Risposte che non chiamano altre domande in un ciclo infinito.
La morte esiste perché come in tutte le cose dobbiamo mettere un punto.
Ammettere che è un periodo di "instabilità emotiva più del solito" non ci vuole molto a capirlo.
Mi sveglio un mattino vado a fare un colloquio e mi sento da Dio dopo un piacevolissimo e inusuale colloquio di cui mi auguro avrà l'esito che desidero.
Mi ritrovo a camminare nel centro direzionale alzando la testa palazzi di vetro enormi che sembrano baciare il cielo e noi piccoli esseri che sfrecciamo veloci più del vento nei miei capelli ribelli.
Poi il giorno dopo ricadi in depressione perché crei una trama bellissima di un nuovo romanzo....
ne parli con la persona che ami di più al mondo e lei è entusiasta....
(Nel romanzo muore la madre del protagonista ma è dannatamente avvincente e reale come trama...) ecco la mia più grande paura....
perdere la persona che amo di più al mondo.
Anche se fortunatamente in famiglia tutti stiamo bene, è un periodo che sto pensando che la mia più grande paura è proprio questa perdere le persone che amo di più della mia stessa vita e ritrovarmi solo....(gli amici esistono e ci sono, ma sono quelli che possono reggerti solo la spugna in un incontro di boxer ma che non sanno quando buttarla nel ring se stai per perdere tutto)....
E' un periodo dove mi analizzo più del solito e che guardo il mondo ai raggi X, quasi come se volessi trovare la più piccola fragilità umana per sfiorarla con le mani e confrontarmici con essa.
Vorrei solo che le cose girassero meglio "una giornata senza sorrisi è una giornata non vissuta".
E' allucinante con quanta facilità il mio stato d'animo ballerino si alterna, sembro quasi come il SIGNOR MICAWBER personaggio del romanzo "David Copperfield di Dickens".
Ho bisogno di innamorarmi forse, di sentirmi vivo.
Ho bisogno di tornare a lavorare ma questa volta in qualcosa in cui credo e amo veramente.
Ho bisogno di ritrovare il mio migliore amico che ultimante non ha più quel sesto senso (anche lui ha i suoi problemi).
Ho bisogno di un colpo di fortuna per dare energia alla mia famiglia e far schiattare invidie e malelingue.
Ho bisogno di non piangermi più per la famosa maledizione da scrittore nichilista che da anni non riesce a scrivere il "romanzo definitivo".
Ma sopratutto ho bisogno di sentirmi vivo come il 10 agosto del 2005.
Se non mi sarò dato fuoco per bruciare con le stelle e non avrete trovato le mie ceneri nel vento e nel mare....allora state tranquilli domani sarò ancora qui...
Passo e chiudo.
domenica 6 aprile 2008
L'attimo fuggente:di Peter Weir. alcune frasi
Palden Gyatso: Premio per la Libertà
Pensiero scritto sulla mia cartina dell'Europa in camera.
domenica 23 marzo 2008
Shopenhauer e la sua massima
giovedì 13 marzo 2008
Sharm El Sheikh 2007
venerdì 15 febbraio 2008
bivi e scelte
giovedì 14 febbraio 2008
leggende di san valentino.
Questa leggenda narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che, passeggiando per una piazza di Terni, vide una bella ragazza di nome Serapia e se ne innamorò follemente.Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana. Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore. Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il battesimo di Sabino ( e per le prossime nozze), Serapia si ammalò di tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai moribonda. Sabino supplicò Valentino affinché non fosse separato dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga sofferenza. Valentino battezzò il giovane, ed unì i due in matrimonio e mentre levò le mani in alto per la benedizione, un sonno beatificante avvolse quei due cuori per l'eternità.
La leggenda
... il tentativo della Chiesa cattolica di porre termine ad un popolare rito pagano (per la fertilità), è l' origine di questa festa degli innamorati.
Fin dal quarto secolo A. C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un'urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.
Determinati a metter fine a questa primordiale vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato un santo "degli innamorati per sostituire il deleterio Lupercus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.
A Roma, nel 270 D. C il vescovo Valentino di Interamna, (oggi è la città di Terni), amico dei giovani amanti, fu invitato dall'imperatore pazzo Claudio II e questi tentò di persuaderlo ad interrompere questa strana iniziativa e di convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua Fede e, imprudentemente, tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e poi decapitato.
La storia inoltre sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell'esecuzione, sia "caduto" nell'amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato il seguente messaggio d'addio: " dal vostro Valentino, " una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore...".
libri....numeri....storie che vanno e vengono.
Una biblioteca di miliardi di storie che vivono e crescono nutrendosi di esperienze quotidiane.
Numeri di un potente calcolatore che non si spegne mai, variabili, uquazioni con incognite che nascono e muiono in un nanosecondo.
Tutti scriviamo pagine, inchiostro fatto col sangue, lacrime scarlatte, o con i colori di un arcobaleno quando siamo felici.
il libro cresce, da premessa diventa trama, storia forgiata da righe di esperienze e tutto ciò che racconta di noi.
Una storia fatta da centinaia di sottostorie, intrecci e richiami ad altri libri....
Invecchiamo pagine che ingalliscono per cadere da rilegature non più forti come un tempo.
Cenere alla cenere polvere alla polvere....qualcuno direbbe!
Molti di quie libri si sono spenti secoli fà ma la loro essenza resta impregnata in secoli di storia, il loro pensiero immagine e proiezione della loro anima ha radici forti nella terra e nella coscienza di altri viventi e di molti che verranno dopo di noi.
Proviamo gente ad essere firme indelebili nel cielo e non polvere di dune di deserto.
Almeno crediamoci.
Ciao leoncina doc.....questa dedica va anche a te!
Stasera ti ho ritrovata per caso nel traffico di questo tram tram di libri....ed è stato un enorme piacere.
soulsimphony
domenica 10 febbraio 2008
un caffè con vecchi amici.
devo ritrovare vecchi amici...
cari DICKENS,BOUDELAIRE, EDGAR POE,
SHAKESPEAREANDIAMO A PRENDERCI UN CAFFè AL NOSTRO SOLITO BAR.
RICORDATEMI L'AMORE PER LA POESIA
NELLA SEMPLICITA' DELL'AROMA DI UN CAFFE'.
SOULSIMPHONY
illumina l'oscurità
Bob Marley. “Aveva un idea tutta sua: un’idea che potremmo quasi definire da virologo. Lui pensava che si potessero curare il razzismo e l’odio, letteralmente curare, tramite delle iniezioni di musica e amore nella vita delle persone.Un giorno doveva suonare a una manifestazione per la pace. Degli uomini sono andati a casa sua e gli hanno sparato addosso. Due giorni dopo lui è salito sul quel palco, e ha cantato. Qualcuno gli ha chiesto perchè, e lui ha detto: “perchè le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero, come potrei farlo io?”
Un messaggio di speranza, di salvezza: per Robert Neville, forse il suo Dio. E si, perché nonostante il dott. Neville creda di essere l’unico uomo rimasto vivo, in fondo nutre ancora la speranza che qualcuno ci sia: “Mi chiamo Robert Neville, sono un sopravvissuto che vive a New York, sto trasmettendo su tutte le frequenze in onde medie, se ci siete, se c’è qualcuno, ti prego, non sei solo…sarò al porto di South Street tutti i giorni, a mezzogiorno…”. E nutre ancora la speranza di salvare il genere “umano”: “Posso salvarvi, posso aiutarvi, posso sistemare tutto”…parole ripetute fino allo sfinimento, ma non ascoltate…Forse è proprio questo il punto: il mondo dovrebbe essere più silenzioso per riuscire ad ascoltare…per non avere paura…perché forse non tutto è perduto… solo l’umanità può decidere le sorti del mondo…”illumina l’oscurità”…
sabato 9 febbraio 2008
luce nel buio
Che dire, questa foto parla da sola...
Di solito si dice, "chiusa una porta si apre un portone", io ho preferito con una delle mie solite
metafore poetiche, evidenziarvi la stessa cosa in modo diverso.
Una tenda che si apre, e qualcuno che prova ad entrare nel buio dell'ignoto.
Domande che non hanno risposte istantanee nitide e luminose.
Una mano che si avventura nel buio prima degli occhi e del cuore.
Illumina l'oscurità, porta luce dentro di te e attraverso te e i tuoi occhi accendi la notte, lì dove
stelle sognatrici hanno perso la rotta.
giovedì 31 gennaio 2008
angeli nella notte
Vivi o lasciati morire
Dipingi o lasciati annerire
Solo un motivo
Ali che si aprono al cielo
Cielo corvino,
stelle supine
Pece che ti inganna
Aria che ti manca
La speranza affanna
La luce arranca
Persi ognuno in labirinti
Grigi come palazzi di periferia
Niente gloria ai vinti
Avvolti nel puzzo della quotidianità
Schiavi di una finta libertà
il corpo di una donna....
siamo semafori
tre colori semplici e puri che ci rappresentano così come siamo.
Quante volte avete avuto qualcuno sui genitali? Quante volte non avete detto quel che pensavate veramente (facendo finti e vigliacchi diplomatici del cazzo anche quando eravate in una situazione di diritto di precedenza?)
Nessun trattato, nessuna teoria...pura pratica metropolitana....spicciola e rumosa!
soulsimphony
lunedì 21 gennaio 2008
mille volte...mille notti....mille pagine bianche...solo!
La notte era volata via portandosi con se il piacere di quella tempesta di brividi caldi e di sudore sulla pelle.
Due anime congiunte, un solo linguaggio visivo, percettivo, tattile e extrasensoriale, poi cenere.
Statue di argilla....
Bagliori si fuoco mescolati con ombre e silenzi soffocati in quattro mura di cemento e calce...
Il contachilometri dei pensieri aveva smesso di segnare i mille orari, ritornando placcidamente sul nulla...
Lui era lì fermo, disteso nel letto semivuoto impassibile, impenetrabile, gustava ancora quei brevi e ultimi attimi di sazietà.
Fuori il resto del mondo, scorrile e puerile come sempre, ma in fondo poteva aspettare tutto il resto non era lì.
Le ore erano trascorse, scivolate come acqua tra le dita, orfane di due persone perse su un materasso, zattera per andare alla deriva insieme, verso un isola che non esiste....
Il gioco del sesso, la poesia del profumo di donna su cuscini sulla sua pelle e sulle lenzuola lasciate sgualcite come le dita nei capelli di un giovane adolescente.
Tutto questo era un prato aperto per i suoi pensieri di farfalla, liberi di spazientare senza meta precisa....
Una pagina bianca chiamava il suo nome, un altra ancora.
Anemico fotogramma che chiedeva di avere un nome....ancora una volta....
Ancora una volta solo in un letto troppo grande per un anima a metà....
il sole fuori timidamente tornava a chiedere il permesso per augurare il buongiorno,
ma dentro lascrime di cristallo e un gelido da soffocare chiusero la porta ancora per un pò....
sabato 19 gennaio 2008
I miei AMICI.
Gli amici....dopo l'amore per la famiglia, vengono al secondo posto....
gli amici, quelli veri....lì trovi sempre lì seduti su una panchina a ridere e a cazzeggiare, restano lì prima di un amore e dopo che questo è andato via.
Sono pochi, ognuno diverso, ognuno preso da se stesso, assoli stonati contro le insidie e i problemi del tempo....ma una volta insieme è tutta un'altra storia...
Alcuni vanno e alcuni vengono, altri restano e altri ancora scappano...
un labirinto complicato dove perdersi insieme e dare un senso ad un album di ricordi....
FORZA RAGAZZI CHE FRA TRENT'ANNI....mi auguro che insieme avremo scritto una libreria di storie vissute insieme.....
grazie a tutti voi
davide
soulsimphony
mercoledì 16 gennaio 2008
concorsi di poesia..........
- premio di poesia nazionale GIANCARLO GALLIANI (scade il 31/1/08)
http://www.premiogalliani.it/index.cfm
- premio poesia comune di vigonza (scade il 31/3/08)
http://www.comune.vigonza.pd.it/Zope/sito/home/view?idnotizia=4161&idargomento=12
date sempre un occhiata a questa sezione l'aggiornerò di volta in volta!
parte di te.....tempo in te!
cos'è un ricordo....
silenzio e ascoltatevi
fissatela e chiudete gli occhi....lasciatevi andare e provate a diventare leggeri...cercate di scrollarvi da dosso i pensieri che vi lasciano al suolo....uccelli trasformati in aerei pesanti....fermi su piste d'asfalto....chiudete gli occhi....e lasciatevi cullare dal silenzio.....
non chiedete altro da voi stessi....solo il silenzio.
siete petali, la vostra essenza è un bocciolo di primavera, e il violino può essere quello che volete: un amore, un passione, un ideale, un sogno, la vostra stessa vita o il vostro quotidiano....
siete voi l'orchestra ....suonate voi la vostra musica....
acrobati ed equilibristi....su corde che aspettano solo voi....la musica è poesia e dentro ne avete, la poesia è in ognuno anche in una persona cattiva....non esiste una persona che non possa emozionarsi davanti all'orchestra della vita, anche una volta sola....
le lacrime e la mancanza di respiri sono il prezzo dello spettacolo....
ritrovatevi a occhi chiusi presi dal silenzio.....chiudetevi come carillon...e aspettate di aprirvi al mondo per fargli ascoltare la vostra melodia.....
soulsimphony
giovedì 10 gennaio 2008
.....uno squarcio di una email .....
Fra me e te è vero c'e tanta differenza....ma io ti verrei a prendere quando hai 35 anni e io 27.....
ti troverei li seduta su una spiaggia (il primo sfondo che ti ho mandato...)
ti verrei a prendere...a piedi scalzi lungo la riva.....lasciando che il vento giochi con i miei capelli e il mare mi bagni i piedi portandosi via con se traccie lievi del mio passato....perchè davanti solo tu il mio futuro....
verrei al crepuscolo...quando colori pastello tingono il tuo viso come un pennello unto di colore bacia una tela con la morbidezza di petali di rosa che avvolgono un insetto.
mi fermerei e ti guarderei negli occhi.....lasciando che le rughe di un cammino solitario, pian piano scomparissero nella certezza di un futuro insieme a te.....
mi inginocchierei di fronte alle tue ginocchia piegate e sfiorerei con la mia fronte i tuoi piedi soffici di sabbia tiepida, inerme alla tua volontà...
lasciarei che un gabbiano su in alto prenderebbe per portarsi via i miei giorni grici senza te al mio fianco, nascondendoli in una nuvola....per poi divenire pioggia, per alimentare piante, per far crescere frutti da far saziare la fame dei nostri figli....