mercoledì 12 novembre 2008

la vista, la poesia dell'anima!

Dei cinque sensi, la vista è quello che delinea i lineamenti dell'anima.
Grazie alla vista l'uomo da al cervello le cordinate per muoversi nel mondo e insegnare all'anima come muovere i passi lungo il sentiero della vita.
Con la vista l'uomo filtra emozioni, impara a vestire di colori diversi attimi labili, distingure felicità dal dolore.
Gli occhi catturano, la mente registra e l'anima interpreta mentre al resto del corpo spetta il compito di eludere o mostrarne i risultati.
Quante volte in strada in mezzo alla gente mi son guardato intorno come un fotografo smarrito in cerca di uno scatto che desse alla mia giornata un titolo, una dedica che la distinguesse dalle altre.
A volte penso ai ciechi, quelli dalla nascita, e in quelle persone l'anima ha un altro dna.
Questi individui hanno la sfortuna di non poter immortalare fotogrammi, emozionarsi con la poesia dello sguardo...ma al tempo stesso hanno la fortuna che non sanno associare un immagine alla malvagità del mondo, alla cattiveria, la sofferenza.
Il viso di una persona cieca non ha scalpito rughe incise nella pella come memoria di sofferenza.
Lo scalpello del tempo, ha un tocco più lieve in questo caso, sfiora il viso come il vento con i petali di una rosa.
Alla fine del viaggio, lungo i prati della vita a passo lento o correndo ognuno deve fermarsi.
Ognuno deve guardarsi dentro, tirare le somme e dare risposte a tutte quelle domande nate andando avanti.
La vista ci rende deboli, ci inganna, rapina i nostri pensieri, ma nonostante questo siamo assueffatti dal desiderio di volerne ancora.
La vista ci regala le più belle cartoline le une sovrapposte alle altre formando acquilone nel cielo della memoria comune dell'umanita.
Spesso gli arcobaleni sono scivoli dove tutte le emozioni dell'umanità scivolano dal cielo per scendere giù lungo l'asfalto, in mezzo a noi con la speranza di ricordarci di amare e cercare calore tra noi!
La vista?
Il palcoscenico della nostra spiritualita!!
soulsimphonu

mercoledì 22 ottobre 2008

nel silenzio della notte, arrivederci nonno.


>




E' un po di tempo che non scrivevo, gli ultimi giorni sono stati carichi di emozioni in tutti i sensi.
Una danza di lacrime e sorrisi sulle note di una musica che non ha smesso per un attimo di suonare.
In questi giorni ho rivisto una persona che mi ha fatto vivere delle sensazioni piacevoli in pochissimo tempo, ridandomi una boccata di ossigeno e in questi giorni il mio dolore ha salutato una persona a me cara, una persona che riconterò un giorno, in un altra vita.
Martedì mio nonno Vincenzo ha salutato per l'ultima volta questo mondo, preparando la sua valigia per un ultimo viaggio, forse l'inizio di un qualcosa di nuovo.
Come sempre nella vita ci sono viaggi che portano in luoghi e viaggi grazie ai quali si ritorna al proprio mondo con un qualcosa in più.
Nel silenzio della notte te ne sei andato via, i medici hanno detto che ci hai salutato nel sonno.
Tu che hai girato un mondo intero e conservato nella profondità di quegli occhi turchesi un pezzetto di cielo, hai scelto una giornata bellissima per andartene.
Era il 21 ottobre ma a Napoli sembrava una giornata di Agosto.
Anche il sole caldo al mattino fuori alla Chiesa, sembrava essere lì per te.
Ero li con te quando ti ho portato sulla spalla in chiesa, tra lacrime di figlie e sguardi tristi di amici e parenti...
L'ironia della vita, vivi un esistenza intera tra battaglie e affanni, cercando di non essere calpestato e ti strattoni sgomitando nella folla di gente che lotta come te per avere un proprio spazio, e poi? Alla fine?
Un metro e poco più di legno nel quale vieni chiuso e messo sotto terra.
Ecco il riassunto della materialità umana.
Carne e Ossa in un monolocale dove tocca ai vermi e alla terra finire il lavoro, togliere le traccia di ogni minimo resto di te legato alla materialità.
E' stato il primo funerale a cui ho partecipato e nella gioa di rivedere parenti e cugini lasciati molti anni dietro ho provato un misto di dolore e sorrisi sinceri.
In questa dedica voglio ringraziare tutte le persone che amo e che mi sono vicine.
Un ringraziamento va a mia Madre che mi ha insegnato tanto e che tutt'ora è la mia bussola.
Mio padre che con la sua presenza è il mio pilastro.
Mia sorella che non fa mai invecchiare il Pater Pan che è in me.
Il mio migliore amico Nicola che con il suo silenzio al funerale mi è stato vicino più di tutti cullando il mio dolore, un grazie a Luca e ai miei cugini che mi hanno regalato sorrisi in una giornata grigia ma con un solo bellissimo.
Un bacio a Chiara che se non mi avesse fatto vivere squarci di favola due giorni prima sarei andato al tappeto direttamente se non avessi avuto grazie a lei ossigeno per resistere a questo colpo.
Ma sopratutto a te grazie Nonno, te che mi hai regalato un infanzia ricca di ricordi e di giornate belle.
Ti saluto con la stessa dedica che ti ho fatto nei miei pensieri quando ti ho baciato in chiesa....
CIAO NONNO CI RIVREDO UNO GIORNO.
Guardaci dall'alto e proteggici.
Ti voglio bene.

martedì 2 settembre 2008

sorrisi da neonati

Quando si guarda un neonato molti negli occhi ritrovano il sapore di un gelato e la morbidezza del cotone.
Si guarda quel bambino con tenerezza, un senso di allegria, misto di curiosità e rispetto per quel tempio inviolato dalla mano dell'uomo.
Si tempio inviolato....l'anima di un neonato è leggera come la piuma di un gabbiano e pulita come acqua di montagna.
Gli occhi di un bambino sono le finestre che mostrano la purezza di quell'anima.
In un neonato rivediamo un fotogramma di quello che eravamo e il valore inestimabile di quello che abbiamo perduto.
Cosa abbiamo perduto?
Io direi due cose: la fortuna di non conoscere il male e il coraggio insensato di tendere sempre la mano verso il mondo prossimo compreso.
I bambini sono angeli e mi piace pensare che quando sognano tutti insieme si danno appuntamento tra le stelle, capaci di volare con piccole ali ai piedi come Mercurio e di raggiungere la luna per farne uno scivolo luminoso.
Inoltre quando si osserva un bambino, nei suoi giochi, nei suoi discorsi, nel suo mondo ci ricordiamo che ognuno ha perso una cosa importante: la spensieratezza.
Una volta il mio migliore amico Nicola disse una frase che difficilemente scorderò:
quando diventiamo maggiorenni e spegniamo la 18esima candelina sulla torna...e come se vendessimo al diavolo la nostra spensieratezza, l'essere ancora ragazzi e guardare la vita a colori.
Non sto dicendo che quando si cresce tutto è grigio o è nero, ma il crescere regala sempre meno sorrisi sinceri, sorrisi spensierati.
QUando si è grandi anche gli attimi più belli sono goduti con l'orologio sul polso....viviamo in funzione del tempo, impegni, problemi, programmi...
Pensateci un bambino non vi chiede quasi mai che ore sono!!! Non gli interessa il tempo perchè il tempo nel suo mondo non esiste.
Non voglio fare allusioni fantastiche ad una vita perennemente infantile come sindrome di Peter Pan, ma voglio invitare a ricordarvi una sola cosa:
QUANDO SORRIDETE AD UN BIMBO E QUESTO VI RICAMBIA UN SORRISO...RIFLETTETE PUO DARSI CHE NEI VOSTRI OCCHI O DIETRO LE VOSTRE SPALLE , IL PICCOLO RIVEDE UN SUO COETANEO O IL BAMBINO CHE OGNI GIORNO TENETE DENTRO E CHE è IN ETERNO LETARGO.
In una vita che si prende prima il vostro tempo, i vostri affetti, ciò a cui tenete e infine i sogni irrealizzati e voi stessi; cercate almeno di lasciarvi l'anima leggera come quella di un bimbo.
Per avere un anima leggera non credo ci voglia molto: solo vivere la propria esistenza in armonia con il mondo anche quando questo vuole vedere se dal profondo del vostro ano si possa capire se l'anima puo piangere.
Cercate almeno di vivere nell'attesa di ritornare a ridere una volta ogni tanto come un neonato.

giovedì 31 luglio 2008

kiky

Se ripenso a come ci siamo conosciuti persi e ritrovati, sorrido con il cuore.
Il nostro incontro è la pura dimostrazione che certe le strade di pochi sono incocriciate, percorsi e sentieri comuni lungo i quali perdersi e ritrovarsi è normale come lo scorrere dell'acqua.
Non si può evitare l'inevitabile.
Mercoledì 23.... mattina....RITORNO A CASA....
TANTO PER COMINCIARE.... SCELTA DI UN PULMAN:C180 o C33?
Se avessi scelto il primo quello che prendo sempre ora non sarei nemmeno qui a scrivere queste poche righe e avrei perso la possibilità di conoscere una ragazza speciale come te KIKY: SEMPLICE, SOLARE, DOLCE, VERA E SOPRATUTTO COMPLICE.
Quando sono salito ti già eri nel pulman con il tuo amico, rapido scambio di sguardi, veloci come il vento.
La prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati nella danza di sguardi tiepidi di chi viaggia in città su mezzi e metro, mi sei entrata dentro.
Dovevo parlarti e sperare che le fermate a mia disposiozione fossero suffiecienti.
Sono contento a distanza di qualche giorno di averlo fatto e di aver seguito il mio istinto.
Quella mattina dopo aver scoperto già i primi punti in comune, tra una fermata e l'altra il momento dell'ultimo sguardo si stava avvicinando e io nn avevo ancora trovato il modo di chiederti di rivederti....
Ci salutammo entrambi con il sapore amaro in bocca...
"CI vediamo allora mi dicesti!"
"Si magari quando scendi di nuovo a Napoli...."
Solite frasi fatte nella pioggia dei discorsi campati per aria.
Molte delle quali non si avereranno mai.
Scendesti dal pulman tu e il tuo amico, un sorriso e via.
Con lo sguardo ti segui fino a che i miei occhi potessero seguire i tuoi capelli e il tuo stupendo fondo schiena in quel paio di jeans scuri, prima di perderti appena svoltasti l'angolo.
................................PERSI......................................
Nella vita di tutti i giorni in quella vera, le favole non si avverano quasi mai e i sogni restano tali.
Invece nel nostro caso le nostre strade si sono incrociate di nuovo nel modo più imprevedibile e inaspettato possibile. A pensarci sembra quasi una delle mie tante storie che scrivo.
Niente succede per caso e oggi ne sono sempre più convinto.
Tua zia....
A NAPOLI SIAMO PIù DI UN MILIONE DI ABITANTI....
E LE PROBABILITà CHE TUA ZIA FOSSE LA STESSA INSEGNANTE CON LA QUALE HO LAVORATO A SCUOLA IN TRE MESI STUPENDI CON I BIMBI, ERANO 1 SU UN MILIONE
Grazie a lei ci siamo rivisti.
Ieri è stata una giornata bellissima.
Dalla mattina al tardo pomeriggio le strade di Napoli camminado con te si sono vestite di nuovi colori.
Appuntamento a piazza MEDAGLIE d'ORO....(pensavo che nn arivassi più!!!) poi lunga passeggiata al vomero...e lunga chiacchierata COME MEGLIO NN POTEVA ANDARE ALLA FNAC!! Lì ho capito che eri una ragazza da conoscere, vera, capace di scherzare e di riuscire a sorridere anche quando la vita ti butta giù.
Forte e fragile al tempo stesso, una foglia capace di resistere ad uragani ma sensibile da perdersi in mezzo a tanti sguardi e pensieri autunnali.
Piazza Dante....alla ricerca di un MC donalds....tutti chiusi e poi PIZZERIA ROSSO POMODORO.
Lì sedermi e mangiare con te è stato naturale. Sguardi e risate al sapore di pomodoro e mozzarella filante.
Passeggiata e shopping per via Roma....ottimi i due pantaloni che mi hai consigliato....e lì il primo approccio fisico nei camerini... il piacere di giocare e non lasciarsi andare dal desiderio di avere le tue labbra!
DOPO caffè dal PROFESSORE
Poi l'atmosfera di fantasticare mentre una coppia si sposava in chiesa a piazza blebiscito. (Anche un matrimonio abbiamo visto insieme hai capito!!).
Seduti in quella piazza mentre il vento ci sfiorava e giocava a rinfrescarci facendoci dimenticare l'afa e il calore d'estate, ci siamo persi in baci, UNA TEMPESTA NEL QUALE PERDERSI E ANDARE A FONDO.
Poi ci siamo ricordati che le giornate e i momenti dipendono dal tempo...
Il tempo.....bastardo....sul più bello bussa come campane riportandoti nel mondo di tutti i giorni, quello reale dove le emozioni si sporcano di smog metropolitano e il cielo non è più blu.
Ti ho accompagnato in stazione ultimi attimi, ultimi sguardi, il tempo scorreva veloce e dovevi andare via.
Se rileggo quello che ho scritto mi sembra di aver vissuto un capitolo delle mie storie: ASSURDO!!!!!
UN ULTIMO ABBRACCIO E UN BACIO LUNGO SECONDI INCESSANTI.
Napoli-Bolzano= 800 E più km....
iL TUO SMS:
"credimi....non sai come sia brutto dover partira proprio ora che ho conosciuto un ragazzo bello e dolce come te. :) GRAZIE MILLE PER LA TUA MAGICA GIORNATA...SARAI IL RICORDO PIù BELLO DI QUESTA MIA VACANZA, SPERO CON TUTTO IL CUORE DI RIVEDERTI AL PIù PRESTO. UN BACIO
E' CON QUESTO MESSAGGIO CHE CHIUDO QUESTA DEDICA....
SENZA CERCARE DI PROGRAMMARE O CAPIRE.....
KIKY LA VITA è BELLA PERCHè NELLA LOTTERIA DELL'AMORE A VOLTE, I NUMERI

giovedì 24 luglio 2008

PASSI ANONIMI.....

Passi, orme, sentieri.
Ci svegliamo la mattina e camminiamo.
Le strade sono fatte di marciapiedi, percorsi per i nostri pensieri urbani.
Ci incrociamo con gli sguardi, ci sforiamo stando attenti alle spalle evitando contatti.
I marciapiedi sono veri e proprio porti dove ognuno arriva e da dove ognuno parte.
Metaforicamente parlando i marciapiedi conoscono miliardi di storie perchè il cemento legge silenzioso molti sguardi bassi, sguardi che dettano il tempo ai propri passi.
Usiamo le scarpe, indossiamo guanti, portiamo occhiali, vestiamo i panni spesso di qualcun'altro e andiamo a letto con la maschera del giorno prima.
Intanto i marciapiedi sono sempre lì, silenziosi e non tanto

domenica 13 luglio 2008

un titolo lungo una vita. (quinta parte)


6 anni dopo....

La pioggia picchiettava forte nel centro di Milano.
Gli occhietti attenti di un piccione fermo e inzuppato sul bordo di un cornicione, osservavano quel concerto variopinto di ombrelli fluire in basso nelle vie della citta.
Uno squarcio di colore donato a quella giornata grigia come una nuvola piena d'acqua.
La pioggia scivolava veloce sulla pelle di quella stupenda donna vestita in rosso che correndo sui tacchi cercava di farsi largo tra la gente.
Il ritmo della pioggia era aumentanto incessantemente e cercare di proseguire lungo le vie del centro senza un ombrello e per lo più con dei tacchi risultava un buon motivo per fermarsi presso la Feltrinelli e aspettare che il tempo si fosse ripreso, ascoltando qualche nuovo singolo con le cuffie o cercando tra le occasioni un buon dvd, un libro con il prezzo in offerta segnato in giallo.
Molte erano le persone che avevano avuto lo stesso pensiero di quella donna, all'ingresso gli ombrelli chiusi erano tantissimi e l'addetto alla sorveglianza fermo sulle porte scorrevoli aveva l'aria di chi in testa aveva lo stesso mucchio di pensieri caotici dettati dalla stanchezza.
Gli occhi di quell'uomo si riempirono di nuova luce nel vedere quella donna in rosso entrare e fermarsi un secondo sull'ingresso della galleria.
La bellezza di quella donna fermava il tempo e nonostante avesse tutti i capelli lunghi bagnati emanava un fascino capace di ammaliare i sensi, un mix di desiderio carnale e di poetica contemplazione.
La galleria era piena, persone ovunque ferme ad osservare scaffali stracolmi di libri, cd, film.
In sottofondo una leggera musica classica che addolciva l'udito e rilassava la mente.
Girando tra i vari reparti, la donna in rosso si fermo guardandosi intorno cercando nello scaffale che aveva di fronte un buon libro dalla copertina e dal titolo intrigante.
Dietro di lei una comoda poltroncina bianca libera, un invito a sedersi e gustarsi una bella anteprima nell'attesa che fuori il cielo avesse smesso di fare i capricci.
Tanti erano i libri, molti autori italiani noti, ma quasi come se l'occhio guidasse la sua mano, si ritrovò a cercare nel settore degli scrittori emergenti.
Ad un tratto la mano e lo sguardo si fermarono simultanemante di colpo.
Un libro dalla copertina viola e con al centro un fiore bellissimo, intitolato orchidea.
Un brivido lungo la schiena e un leggero nodo allo stomaco.
Un leggero senso di incredulità, scetticismo e paura si mescolarono nella sua testa.
La sola idea di ritrovarsi tra le mani il capitolo più bello e più significativo lungo il quale il suo cuore aveva imparato a muovere i primi passi le stava creando una sorta di impotenza nel cercare di aprile la copertina.
Quell'orchidea al centro sotto il titolo aveva quasi paralizzato la sua attenzione. Lente di ingrandimento che stava leggendo dentro di lei attimi andati ad una velocità assurda.
Lesse la firma dello scrittore e riconobbe solo il nome di quello che era stato il pricipale motivo per cui aveva deciso di scappare da qualcosa più grande di lei.
Si sedette sulla poltroncina bianca e con il libro sulle gambe respirò un secondo prima di aprilo e addentrarsi in quella storia cercando una risposta: lui e lei oppure una beffarda coindicenza.

Sotto al titolo nella prima pagina c'era una dedica: a te mia orchidea profumo dei giorni miei e unico fiore simbolo del mio futuro eterno riposo.

Richiuse il libro, conosceva una sola persona capace di sintetizzare con poche parole tanta passione enfatizzandola portandola quasi a sfiorare il limite.
La curiosità e il voler conescere il seguito era tanta.

I suoi occhi si fermarono sulla prefazione:

"Ognuno vive la vita come meglio può, correndo lungo risacche che cancelleranno le orme lungo il sentiero ma impotenti nello scalfire la memoria del viaggio una volta giunti a destinazione. Ognuno viva la vita scivolando su vetri che rifletteranno riflessi opachi di se stessi fino al momento che qualcuno gli mostrerà come aprire quella finestra e spiccare il volo unendosi a stormi di rondini migratorie.
La vita è ricerca a tratti celata e a tracci ostentata di marchiare a fuoco sulla propria pelle le iniziali di coloro che hanno dato un senso ai propri giorni per scrivere poi alla fine con tutte quelle lettere il titolo della propria esistenza.
Ho sopravvisuto al cospetto della mia vita come meglio ho potuto fino a quando non ho conosciuto la mia prima alba da coscente partecipante alla vita.
Ho sopravvisuto al cospetto della mia vita come meglio ho pututo fino a quando tu ORCHIDEA non mi hai insegnato ad amarmi nutrendomi dell'amore verso di te.


grazie e vivi come se la tua anima non fosse mai sazzia di quel poetico abbandono che molti chiamamano amore!

Una lacrima cadde sulla pagina aperta, la donna in rossa conosceva bene quelle parole, erano state le ultime parole che aveva scritta il suo uomo in quella lettera che le fu data in stazione quando le disse per la prima volta TI AMO quando si lasciarono per sempre.
Erano passati anni da quando si erano persi, da quando lei aveva provato invano a dimenticarlo nascondendolo nei laririnti più cupi della memoria, ma rileggendo quelle parole e ritrovandosi tra le mani un libro che parlava di loro, si ritrovò di fronte la realtà cruda e nuda: esiste un solo amore che ti segna per sempre.
Il telefono squillo strappando la donna dal libro e dai ricordi.
"Amore dove sei?". Una voce calma e rassicurante aspettava una risposta.
risposta che per qualche secondo tardò ad arrivare.
"Antonio sono in libreria, mi trovavo a passare di qui e volevo prendere un libro di favole per il nostro fiore!"
"va bene tesoro, orchiedea è qui al mio fianco vuole salutarti.!"
"mamma, mamma dove sei?"
Una voce tenere e molto squillante trillo quasi nel telefonino.
"Cara, mamma fra poco torna a casa, ti ho preso un bel libro di favole così stasera lo leggiamo insieme!"
"Grazie mamma, ti voglio bene!". La parola passò di nuovo al padre della bimba con la voce tenera e soffice come l'ovatta.
"Cara ci vediamo a cena. Ti Amo!"
"Ok a dopo! Ti amo anchio!"
La conversazione si chiuse e la donna resto per qualche secondo in silenzio senza fare niente, immobile.
Un uomo si avvinicinò porgendole un tovagliono.
"Deve essere un libro stupendo se si è commossa fino a questo punto!"
Aveva un sorriso smagliante, intorno alla quarantina, con modi gentili e molto educato.
La donna alzò gli occhi e sorrise.
"Grazie. Si è un libro stupendo, il più bello che abbia mai letto!"
SI alzò asciugandosi le lascrime e posò il libro dove lo aveva preso, non provò minimamente a leggere il finale della storia e non penso minimanente di portarlo con se alla cassa.
Prese un libro di favole per sua figlia e uscì dalla feltrinelli.
Fuori pioveva ancora e l'incessante mucchio di ombrelli continuava a brulicare lungo le vie del centro.
La metropolitana che l'avrebbe condotta a casa distava una quindicina di minuti a piedi.
La donna in rosso si avviò a passo lento in mezzo alla folla, lasciando che la pioggia potesse bagnarla per bene e sicuramente nessuno di quei tiepidi e frettolosi sguardi notò che non solo la pioggia bagnava quel suo viso stupendo, ma che anche altre gocce cadevano giù e non certo dal cielo.

mercoledì 18 giugno 2008

contro il tempo....quarta parte.....

Il semaforo all'incrocio era arancione e la lancetta del contachilomentri era alta puntanto verso le stelle.
Correre aiutava a non pensare, con la visiera chiusa del casco tutto veniva lasciato all'esterno.
Avevo gli occhi fissi sulla strada e nn pensavo ad altro, il semaforo si avvicinava e io non esitai a fermarmi ne tanto meno ad ammorbidire la presa sulla manetta del gas.
Non mi importava di niente il rischio da quanto avevo conosciuto lei era diventato parte integrante della mia vita e correre il rischio di perderla era più importante del pericolo di perdere me stesso.
Non avevo niente al mondo per cui trattenermi dal seguire un sogno che andava via come l'asfalto sotto le ruote della mia moto, unica compagna di quella folla corsa.
La stazione era dall'altra parte della città e le strade brulicavano di vita, vita che non avrebbe avuto un senso se non l'avessi raggiunta ancora una volta.
Scheggiavo contro il vento driblando auto, lasciando nel portafoglio incollate alla patente tutte le norme di una corretta tenuta stradale.
Persino le luci urbane della città e le sfumature della luna sul mio casco nero scivolavano via come meterore in un cielo corvino senza stelle.
Corsi a piedi lasciando che il cuore mi soffocasse in gola e che il fiato diventasse pesante come pesante erano i secondi che scorrevano portandomela via....
Lei era lì ferma come me l'avevo immaginata seduta ad aspettare un treno che non era ancora arrivato per mia fortuna.
Aveva un viso stupendo di profilo, non mi aveva visto fermo sulle scale ad osservarla.
Prosegui verso di lei a passo lento come per convincermi di riprendere fiato mentre in realtà formulavo nella testa l'ordine delle cose che volevo dirle.
Erano tante ma in proporzione al tempo che avevo a disposizione sembravano infinite.
A pochi metri si voltò verso di me....spalancò gli occhi come i petali di una rosa che si aprono al mattino, incredula dell'essermi materializzato per l'ennesima volta.
<>.
Mi avvicinai senza dire niente e la strinsi a me a tal punto con tale energia quasi da soffocarla.
Non volevo lasciarla andare via.
Lei provò a liberarsi da quella presa, ma dopo alcuni attimi si lasciò andare tra le mie bracce come se non conoscesse posto migliore per ritrovare se stessa e sentirsi protetta dal resto del mondo.
La bacia come non avevo fatto ancora, un ultimo bacio un altro ancora.
Ricordo le sue labbra mordide ma la sensazione che provai per quei pochi attimi fù di indescrivibile bellezza e di un poetico abbandono.
Rinaqui di nuovo e morii al tempo stesso.
Le diedi una lettera e le sussurai tenendole ancora una mano stretta nella mia...TI AMO.
il treno era arrivato e pronto a portarla via da me proprio quando le avevo detto per la prima volta quelle due parole tanto blasonate e cercate dagli innamorati.
Era la mia prima volta e forse l'ultima.
Lei non disse niente, incredula guardo la lettera, i miei occhi e di nuovo la lettera.
I suoi occhi umidi avevano lasciato intuire che le orecchie aveva sussurato alla sua anima correttamente.
> le dissi.
Ero da solo nei suoi occhi il resto del mondo in quel momento per me nn esisteva.
Voleva dirmi qualcosa ma le chiusi le labbra con un dito dolcemente.
La lascia lì....voltandomi di spalle.
Accesi la moto e nonostante il ruggire del motore udii lo stesso il fischio del treno che partì portandosi via il motivo per cui avevo dato un senso ai gionri miei.
----------------------------------------------------fine quarta parte--------------------
dave
PS: non troverai nessuno che ti dedicherà pezzi con tanta passione....la tua indifferenza non merita la mia poesia.... come molte stelle di cartone non meritano il cielo e i desideri degli innamorati.

sabato 14 giugno 2008

Il mondo in una stanza....terza parte




L'orologio ovale appeso al muro non batteva. Il suo cuore era fermo e le lancette avevano smesso di rincorrersi in un giro infinito.
La stanza era buia. La luce fioca della luna, solo lei baciava il lenzuolo bianco disteso sul letto squarci di luce bianca penetravano dalla persiana lasciata aperta.
Persino la città dormiva, il silenzio era onnipresente ma non in quella stanza.
Fissavo la soffitta, sempre più assuefatto, assistevo impotente i miei pensieri che prendevano forma.
Li vedevo indossare ali e danzare davanti ai miei occhi, fotogrammi che mi ricordavano un solo paio di occhi, un solo sorriso, una sola lolita, la mia lolita.
Mi ricordavano cosa cercasse la mia anima e non avevo il coraggio di voltarmi al mio fianco.
Non ero solo nella stanza e lì distesa al mio fianco c'era lei o meglio il ricordo della sua presenza.
Aveva lasciato quelle quattro mure quando ancora l'orologio appeso al muro batteva forte, incessamente.
L'ultima volta che mi svegliai all'alba, di lei nessuna traccia, solo un petalo del suo fiore sul cuscino impregnato dal suo profumo. Un messaggio che aveva fermato anche l'ora.
Il tempo era andato via con lei, lasciando in quella stanza ricordi e senzazioni destinate a non invecchiare.
Sfioravo il vuoto al mio fianco con il palmo della mano, avevo gli occhi chiusi e immaginavo di accarezzare le sue gambe nude, il suo ventre caldo disegnando circonferenze con l'indice intorno al suo ombellico.
Soffermarmi sul suo viso, esplorando il suo mento, i suoi zigomi, le arcate sopraccigliari.
Riviverla ancora nelle mie mani.
Tra le labbra trattenevo quel petato, lieve sapore di lei e gli occhi cominciavano ad umidirsi.
Sentivo l'anima quasi esplodere in un grido alato. Un grido destinato a cercarla li nel mondo di tutti i giorni, un mondo che della mia lolita, non conosce niente che vada oltre il suo aspetto fisico.
Amavo la mia bimba, in un corpo maturo ma amavo di lei anche la sua fermezza di donna acerba pronta a fiorire diventando matura.
Sapeva del mio amore e giocava con il mio cuore come una bimba che sorride seduta su un altalena.
Sapeva che l'avrei cercata ovunque il mondo l'avesse portata, in qualsiasi angolo della terra che avesse avvertito la sua fraganza.
Ma ero solo in quel momento nella stanza dei nostri incontri, luogo di complicità passionale come l'estate e segreto come uno scrigno, nascosto in una stiva di una nave in fondo al mare.
Il telefono squillò due volte sussurandomi e strappandomi dal sogno a colori, ma vigliaccamente non alzai la cornetta.
La segreteria sul comodino si accese e cominciò a parlarmi.
“Ciao....so che ci sei....non cercarmi più....! Do un taglio con tutto e tutti, grazie per aver letto dentro di me....ma devo dare una svolta alla mia vita di adesso....ho un sogno da inseguire....”
La segreteria tornò in silenzio.
Ascoltai la sua voce fragile e vera ma a tratti fredda per assumere un tono distaccato.
Dovevo rivederla, provare a fermarla o cercarla in giro per il mondo, avevo ancora una cosa da dirle.....
Il luogo della telefonata era distante....ma per un amore vero e sviscerato come il mio anche danzare e cercarla tra le stelle diventava una passeggiata.......................................

.............................................................fine terza parte..........................................................................
dave

martedì 3 giugno 2008

Nei pressi della spiaggia dai lunghi teli bianchi al vento....

La sera era iniziata allo stesso modo del giorno prima e di quello prima ancora.
Ormai il tempo e le giornate sembravano tutte uguali, la clessidra della sorte sembrava essersi svuotata di ogni singolo granello.
Avevo perso il conto di quanto tempo fosse trascorso dall'ultimo momento magico sul pontile.
I suoi occhi potevano essere ovunque meno che lì sulla spiaggia dai lunghi teli bianchi al vento.
La musica era alta e centinaia di persone ballavano seguendo il ritmo in quella che si sarebbe preannunciata come una lunga nottata al chiaro di luna aspettando l'alba spuntare all'orizzonte.
I miei occhi cervano nelle donne presenti bricioli di quella luce che avevo visto solo sul volto di orchidea. Camminavo sfiorando corpi gli uni ammassati agli altri, quasi a ricordarmi il calore e la passione che quel fiore poteva darmi fondendomi con esso in un abbraccio immenso.
Su quella spiaggia rividi una donna che un anno prima aveva condiviso con me bricioli di quella passione carnale, ma per quanto potesse farmi piacere rivederla la mia testa era lì su in quel cielo corvino.
I miei pensieri si erano trasformati in stelle con la speranza di poterla cercare dall'alto in qualsiasi posto al di fuori della spiaggia con i lunghi teli bianchi al vento.
Dentro speravo di poterla ritrovare, avevo smesso di raccontore a me stesso favole illusorie che potessero in qualche modo buttarmi fumo negli occhi.
Orchidea era diversa dagli altri fiori che avevo sfiorato e curato nel mio giardino, era diversa perchè ero consapevole che avrebbe portato la mia anima in luoghi senza recinti, senza cancelli.
Ormai potevo circondarmi di mille fiori, la stagione della primavera era in corso e potevo riempire di colori il mio giardino, ma volevo solo lei.
Mi fermai in mezzo a tanta gente che si muoveva, unica foglia ferma nel vento della gioventù di presenti....immaginai la scena che dietro alla coppia che si baciava di fronte a me, potesse nascondersi lei, ferma con quella sua bellezza unica, semplice acqua e sapone, ma dannatamente complicata.
Chiusi gli occhi per un secondo e raccontai al mio cuore l'ennesima favola.....
Riaprii gli occhi e lei era lì.
Capelli lunghi, che le cadevano di lato su una spalla.
Solite scarpe alte, questa volta bianche come la panna montata che bacia fragole rosse come il colore delle sue labbra.
Una gonna di jeans si disegnava perfettamente sulle sue curve, una canotta bianca le sfiorava delicatamente la pelle. Se ne stava ferma a guardare gli altri ballare.
Mi fermai di colpo...
Mi guardò, la guardai....sorrise sorpresa. Che poesia....
Una poesia durata pochi secondi....l'imbarazzo della situazione poi per la prima volta scappai da quella favola a occhi aperti.
Trascorse la serata.....la musica leggermente svanì portandosi dietro persone e di orchidea neanche l'ombra....
La rividi prima di andar via dalla spiaggia dai lunghi teli bianchi al vento, evitò di salutarmi forse, non capivo se era imbarazzo, solita timidezza o un chiaro segnale a mai più rivederci...
Si disperse nella folla scomparendo di nuovo da dove era venuta, chiusi il libro delle mie favole amareggiato, ma guardai lo stesso il cielo e una stella mi strizzò un occhio...
Pensai a quell'incontro desiderato parlando alle stelle e mi ricordai le parole di orchidea rivolte non a me....
"Attento a quello che scegli di desiderare perchè sarà senz'altro tuo".
----------------------------fine seconda parte-----------------------------------------------

giovedì 29 maggio 2008

"Il pontile"-----parte prima------

Lei era lì, seduta come sempre sul pontile, i suoi piedi nudi dondolando giocavano a sfiorare l'acqua di quel magnifico lago. Lo specchio naturale sotto di lei, rifletteva il suo viso stupendo ancora una volta, anche la natura di quel paesaggio incontaminato restava soavemente in silenzio al cospetto di tale bellezza.
Negli occhi leggermenti umidi, un turbinio di emozioni miste inseguivano pensieri in un giro di giostra senza fine. Orchiedea fissa con lo sguardo nell'acqua fisicamente era lì, ma la sua interiorità complicata sembrava quasi che si fosse immersa in quelle acque del lago per trasformarsi in un delfino e riemergere in qualsiasi oceano del mondo, ovunque volesse, quasi come se cercasse di evadere da se stessa e dal pontile sul lago.
Io ero li ad osservarla in silenzio, era come se ogni qual volta i miei occhi si posassero su di lei, l'orologio tornasse indietro dove tutto era iniziato, al principio, il primo e indescrivibile sguardo.
L'avevo amata dal primo momento e per quanto non volessi pensarci, grazie a lei avevo intrerpretato il significato della mia esistenza: AMAVO LA VITA PERCHE' MI AVEVA DATO LEI, ED ODIAVO LA MORTE PERCHE' UN GIORNO MI AVREBBE PORTATO VIA DA LEI.
Udi il rumore dei miei passi che scricchiolavano sulle assi di legno. Vedevo solo le sue spalle piccole e dalle curve soffici, i suoi lunghi capelli neri le coprivano parte della schiena nuda, schiena che mille e più volte avevo sfiorato con la delicatezza del bacio della seta e allo tempo stesso tenuta nella mia morsa quando il vortice della passione sfrenata ci portava alla deriva nella lussuria di una tempesta.
Immortalai il momento che si voltò verso di me, i capelli danzarono nel vento come farfalle intorno ad un fiore, i suoi occhi sembravano riempirsi di tutta la profondità del lago e dell'immensità che ci circondava, tutto intorno...
Ancora una foro scattata dai miei occhi e custodita nell'album della mia mente.
un album mai pieno di lei e delle sue infine sfumature, un arcobaleno visibile anche con il chiaroren della luna.
Mi sorrise con quel suo modo di fare unico, inarcando dolcemente la testa nelle spalle e disegnando sul viso piccole fossette.
Mi invitò a sedermi al suo fianco, i miei occhi si riempirono di lei e i suoi di me.
Restammo in silenzio, conoscevo ogni centimetro del suo corpo, ma vederla seminuda al chiarore dell'alba invitò i miei occhi in un viaggio lungo pochi attimi ma lentamente piacevole.
Amavo tutto di orchidea, dal suo corpo di violino, alla sua anima intricata come labirinti, dai suoi profumi ai suoi odori.
Si morse il labbro invitandomi ancora una volta in un bacio ARDENTE COME IL SOLE E PROFONDO COME LA NOTTE...
------------------------------------------fine prima parte--------------------------------------

venerdì 9 maggio 2008

Le mie paure


Stasera sono in un angolo, come un pugile con la guardia alta che evita di prendere pugni da qualsiasi parte, il fiato è pesante e le braccia fanno fatica a restare su. Il viso è risentito dai colpi, gli zigomi pure, il cervello corre e non si ferma corre come cavalli selvaggi.
Stasera apro con una metafora e chiuderò con una metafora.
Nel blog parlo molto della morte, (tranquillizzatevi non è un preallarme di un possibile suicidio).
Perché parlo di lei?
Perché ogni giorno che passa mi rendo conto che dei perché della vita lei è una delle poche che può dare risposte precise e sensate.
Risposte che non chiamano altre domande in un ciclo infinito.
La morte esiste perché come in tutte le cose dobbiamo mettere un punto.
Ammettere che è un periodo di "instabilità emotiva più del solito" non ci vuole molto a capirlo.
Mi sveglio un mattino vado a fare un colloquio e mi sento da Dio dopo un piacevolissimo e inusuale colloquio di cui mi auguro avrà l'esito che desidero.
Mi ritrovo a camminare nel centro direzionale alzando la testa palazzi di vetro enormi che sembrano baciare il cielo e noi piccoli esseri che sfrecciamo veloci più del vento nei miei capelli ribelli.
Poi il giorno dopo ricadi in depressione perché crei una trama bellissima di un nuovo romanzo....
ne parli con la persona che ami di più al mondo e lei è entusiasta....
(Nel romanzo muore la madre del protagonista ma è dannatamente avvincente e reale come trama...) ecco la mia più grande paura....
perdere la persona che amo di più al mondo.
Anche se fortunatamente in famiglia tutti stiamo bene, è un periodo che sto pensando che la mia più grande paura è proprio questa perdere le persone che amo di più della mia stessa vita e ritrovarmi solo....(gli amici esistono e ci sono, ma sono quelli che possono reggerti solo la spugna in un incontro di boxer ma che non sanno quando buttarla nel ring se stai per perdere tutto)....
E' un periodo dove mi analizzo più del solito e che guardo il mondo ai raggi X, quasi come se volessi trovare la più piccola fragilità umana per sfiorarla con le mani e confrontarmici con essa.
Vorrei solo che le cose girassero meglio "una giornata senza sorrisi è una giornata non vissuta".
E' allucinante con quanta facilità il mio stato d'animo ballerino si alterna, sembro quasi come il SIGNOR MICAWBER personaggio del romanzo "David Copperfield di Dickens".
Ho bisogno di innamorarmi forse, di sentirmi vivo.
Ho bisogno di tornare a lavorare ma questa volta in qualcosa in cui credo e amo veramente.
Ho bisogno di ritrovare il mio migliore amico che ultimante non ha più quel sesto senso (anche lui ha i suoi problemi).
Ho bisogno di un colpo di fortuna per dare energia alla mia famiglia e far schiattare invidie e malelingue.
Ho bisogno di non piangermi più per la famosa maledizione da scrittore nichilista che da anni non riesce a scrivere il "romanzo definitivo".
Ma sopratutto ho bisogno di sentirmi vivo come il 10 agosto del 2005.
Se non mi sarò dato fuoco per bruciare con le stelle e non avrete trovato le mie ceneri nel vento e nel mare....allora state tranquilli domani sarò ancora qui...
Passo e chiudo.

domenica 6 aprile 2008

L'attimo fuggente:di Peter Weir. alcune frasi

--------------------------------------------------------------------------------------------
"Leggerò il messagio di apertura del membro della setta Henry David Thoreau. Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità, succhiando tutto il midollo della vita. Per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto."
-------------------------------------------------------------------------------------------------
"Offuscate tutte le stelle, perché non le vuole più nessuno. Buttate via la luna, tirate giù il sole, svuotate gli oceani e abbattete gli alberi, perché da questo momento niente servirà più a niente."
-----------------------------------------------------------------------------------------------
Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva.
----------------------------------------------------------------------------------------------

Palden Gyatso: Premio per la Libertà

"Se prendono il tuo corpo non fa niente, se s'impadroniscono della tua mente, allora sei davvero morto."

Palden Gyatso

Pensiero scritto sulla mia cartina dell'Europa in camera.

"Un giorno saremo acquile e solcheremo cieli di altri mondi, dall'alto di noi stessi guarderemo le ceneri di ciò che siamo adesso. Niente tempo, niente spazio, memorie labili di pensieri e ricordi remoti, torneremo ad essere l'essenza che oggi abbiam dimenticato.
Stormi di acquile di una sola famiglia, voleremo insieme. Battiti di ali al cielo, ma fino ad allora ognuno continui a starsene in disparte, lupi solitari sparsi un pò ovunque e orfani della stesa luna madre.
Parole, lacrime, sorrisi, dolori e gioie: note dell'unica melodia suonata da miliardi di violini scordati.,....
VERRA' QUEL GIORNO.
MA INTANTO OGNUNO SI COSTRUISCA la proprio giostra in questo circo chiamato vita!

domenica 23 marzo 2008

Shopenhauer e la sua massima

"Volere il meno possibile e conoscere il più possibile è la massima che ha guidato la mia vita. La VOLONTA' è infatti l'elemento assolutamente infimo e spregevole in noi:bisogna nasconderlo come si nascondono i genitali, benchè siano entrambi le radici del nostro essere!"

giovedì 13 marzo 2008

Sharm El Sheikh 2007

estate 2007...
Una delle più belle foto che porto con me.
Io e nico, (inseparabili come sempre) e un tridente siciliano tutto sole mare e simpatia.
Questa è la prima foto che metto di questa vacanza tutti insieme, le altre saranno inserite sul mio space di messenger.
Basta guardarci e capire che dalla luce che sprigioniamo è stata una vacanza spumeggiante!
Alla prossima tutti insieme, destinazione IBIZA
Vai così

venerdì 15 febbraio 2008

bivi e scelte

Nella vita ci sono delle strade, bivi che quando si presentano non puoi prendere scorciatoie o strade secondarie per evitarli.
Bivie che partoriscono scelte....
Scelte che dobbiamo prendere e renderle nostre assumendoci la responsabilità delle conseguenze, un pò come i doveri di un genitore nei confronti di un figlio.
Stasera ho deciso di fare una scelta che non so dove porterà.
Una scelta che avrei dovuto prendere diverso tempo fà.
Il prezzo è grande e il tesoro che posso perdere ha un valore immenso.
Ma credo che se per essere ricco devi vivere ai confini della reltà, meglio essere povero e dipingere la realtà in tutte le sue sfumature.
Io e te sappiamo cosa siamo ma Il mio caro amico Shakespeare mi insegna che un grande amore spesso nasconde anche in se una grande tragedia.....
Ho scelto mille anni di silenzio invece di un quotidiano chiassoso....
Sei lì nell'anima e li ti lascio per sempre.

giovedì 14 febbraio 2008

leggende di san valentino.


Leggenda dell'Amore Sublime

Questa leggenda narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che, passeggiando per una piazza di Terni, vide una bella ragazza di nome Serapia e se ne innamorò follemente.Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana. Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore. Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il battesimo di Sabino ( e per le prossime nozze), Serapia si ammalò di tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai moribonda. Sabino supplicò Valentino affinché non fosse separato dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga sofferenza. Valentino battezzò il giovane, ed unì i due in matrimonio e mentre levò le mani in alto per la benedizione, un sonno beatificante avvolse quei due cuori per l'eternità.



La leggenda
... il tentativo della Chiesa cattolica di porre termine ad un popolare rito pagano (per la fertilità), è l' origine di questa festa degli innamorati.
Fin dal quarto secolo A. C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un'urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.
Determinati a metter fine a questa primordiale vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato un santo "degli innamorati per sostituire il deleterio Lupercus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.

La leggenda
A Roma, nel 270 D. C il vescovo Valentino di Interamna, (oggi è la città di Terni), amico dei giovani amanti, fu invitato dall'imperatore pazzo Claudio II e questi tentò di persuaderlo ad interrompere questa strana iniziativa e di convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua Fede e, imprudentemente, tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e poi decapitato.
La storia inoltre sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell'esecuzione, sia "caduto" nell'amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato il seguente messaggio d'addio: " dal vostro Valentino, " una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore...".





Verrà il giorno che in questo gionro mi sveglierò al mattino al fianco della donna che da un senso alle mie giornate e vesteggeremo due volte, l'onomastico di nostro figlio o figlia e la festa del nostro amore!!!

Sarò anche un sognatore....ma lasciatemi sognare, perchè se togliamo l'amore a questo mondo malato, allora chiudiamo gli occhi e non svegliamoci più!!

soulsimphony

libri....numeri....storie che vanno e vengono.

Libri che camminano per praterie d'asfalto, classificherei ognuno di noi.
Una biblioteca di miliardi di storie che vivono e crescono nutrendosi di esperienze quotidiane.
Numeri di un potente calcolatore che non si spegne mai, variabili, uquazioni con incognite che nascono e muiono in un nanosecondo.
Tutti scriviamo pagine, inchiostro fatto col sangue, lacrime scarlatte, o con i colori di un arcobaleno quando siamo felici.
il libro cresce, da premessa diventa trama, storia forgiata da righe di esperienze e tutto ciò che racconta di noi.
Una storia fatta da centinaia di sottostorie, intrecci e richiami ad altri libri....
Invecchiamo pagine che ingalliscono per cadere da rilegature non più forti come un tempo.
Cenere alla cenere polvere alla polvere....qualcuno direbbe!
Molti di quie libri si sono spenti secoli fà ma la loro essenza resta impregnata in secoli di storia, il loro pensiero immagine e proiezione della loro anima ha radici forti nella terra e nella coscienza di altri viventi e di molti che verranno dopo di noi.
Proviamo gente ad essere firme indelebili nel cielo e non polvere di dune di deserto.
Almeno crediamoci.

Ciao leoncina doc.....questa dedica va anche a te!
Stasera ti ho ritrovata per caso nel traffico di questo tram tram di libri....ed è stato un enorme piacere.


soulsimphony

domenica 10 febbraio 2008

un caffè con vecchi amici.

devo ritrovare vecchi amici...

cari DICKENS,BOUDELAIRE, EDGAR POE,
SHAKESPEARE

ANDIAMO A PRENDERCI UN CAFFè AL NOSTRO SOLITO BAR.

RICORDATEMI L'AMORE PER LA POESIA

NELLA SEMPLICITA' DELL'AROMA DI UN CAFFE'.

SOULSIMPHONY

illumina l'oscurità




TESTO TRATTO DAL FILM "IO SONO LEGGENDA"

Bob Marley. “Aveva un idea tutta sua: un’idea che potremmo quasi definire da virologo. Lui pensava che si potessero curare il razzismo e l’odio, letteralmente curare, tramite delle iniezioni di musica e amore nella vita delle persone.Un giorno doveva suonare a una manifestazione per la pace. Degli uomini sono andati a casa sua e gli hanno sparato addosso. Due giorni dopo lui è salito sul quel palco, e ha cantato. Qualcuno gli ha chiesto perchè, e lui ha detto: “perchè le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero, come potrei farlo io?”
Un messaggio di speranza, di salvezza: per Robert Neville, forse il suo Dio. E si, perché nonostante il dott. Neville creda di essere l’unico uomo rimasto vivo, in fondo nutre ancora la speranza che qualcuno ci sia: “Mi chiamo Robert Neville, sono un sopravvissuto che vive a New York, sto trasmettendo su tutte le frequenze in onde medie, se ci siete, se c’è qualcuno, ti prego, non sei solo…sarò al porto di South Street tutti i giorni, a mezzogiorno…”. E nutre ancora la speranza di salvare il genere “umano”: “Posso salvarvi, posso aiutarvi, posso sistemare tutto”…parole ripetute fino allo sfinimento, ma non ascoltate…Forse è proprio questo il punto: il mondo dovrebbe essere più silenzioso per riuscire ad ascoltare…per non avere paura…perché forse non tutto è perduto… solo l’umanità può decidere le sorti del mondo…”illumina l’oscurità”…

sabato 9 febbraio 2008

luce nel buio

Eccoci di nuovo gente, è passato un pò di tempo....


Che dire, questa foto parla da sola...

Di solito si dice, "chiusa una porta si apre un portone", io ho preferito con una delle mie solite

metafore poetiche, evidenziarvi la stessa cosa in modo diverso.

Una tenda che si apre, e qualcuno che prova ad entrare nel buio dell'ignoto.

Domande che non hanno risposte istantanee nitide e luminose.

Una mano che si avventura nel buio prima degli occhi e del cuore.

Illumina l'oscurità, porta luce dentro di te e attraverso te e i tuoi occhi accendi la notte, lì dove

stelle sognatrici hanno perso la rotta.

giovedì 31 gennaio 2008

angeli nella notte




Angeli nella notte

Vivi o lasciati morire
Dipingi o lasciati annerire
Solo un motivo


Ali che si aprono al cielo
Cielo corvino,
stelle supine

Pece che ti inganna
Aria che ti manca
La speranza affanna
La luce arranca

Persi ognuno in labirinti
Grigi come palazzi di periferia
Niente gloria ai vinti

Avvolti nel puzzo della quotidianità
Schiavi di una finta libertà

soulsimphony

il corpo di una donna....



Piume soffici e seta sottile,


il corpo di una donna.


Sabbia calda e morbida


per gocce di rugiada,


Ventre caldo


di madre e figlia della vita.
il corpo di una donna,
ostrica che nasconde una perla...






siamo semafori

Siamo semafori gente....
tre colori semplici e puri che ci rappresentano così come siamo.
Quante volte avete avuto qualcuno sui genitali? Quante volte non avete detto quel che pensavate veramente (facendo finti e vigliacchi diplomatici del cazzo anche quando eravate in una situazione di diritto di precedenza?)
Nessun trattato, nessuna teoria...pura pratica metropolitana....spicciola e rumosa!





A: arancio...dico quel che penso o mi fermo all'ultimo istante?
B:rosso....zitto fermo e vile, aspettando che alla fermata qualcuno pulisca i vetri della coscenza....senza arrivare mai!
C:verde....fanculo tutto e tutti dire quel che si pensa dritti per la propria strada!
Riflettete sui vostri colori...
Al mio semaforo ultimamente si sono fulminate la lampadine rossa e quella verde....un arancione intermittente!!
soulsimphony

lunedì 21 gennaio 2008

mille volte...mille notti....mille pagine bianche...solo!


La notte era volata via portandosi con se il piacere di quella tempesta di brividi caldi e di sudore sulla pelle.
Due anime congiunte, un solo linguaggio visivo, percettivo, tattile e extrasensoriale, poi cenere.
Statue di argilla....
Bagliori si fuoco mescolati con ombre e silenzi soffocati in quattro mura di cemento e calce...
Il contachilometri dei pensieri aveva smesso di segnare i mille orari, ritornando placcidamente sul nulla...
Lui era lì fermo, disteso nel letto semivuoto impassibile, impenetrabile, gustava ancora quei brevi e ultimi attimi di sazietà.
Fuori il resto del mondo, scorrile e puerile come sempre, ma in fondo poteva aspettare tutto il resto non era lì.
Le ore erano trascorse, scivolate come acqua tra le dita, orfane di due persone perse su un materasso, zattera per andare alla deriva insieme, verso un isola che non esiste....
Il gioco del sesso, la poesia del profumo di donna su cuscini sulla sua pelle e sulle lenzuola lasciate sgualcite come le dita nei capelli di un giovane adolescente.
Tutto questo era un prato aperto per i suoi pensieri di farfalla, liberi di spazientare senza meta precisa....
Una pagina bianca chiamava il suo nome, un altra ancora.
Anemico fotogramma che chiedeva di avere un nome....ancora una volta....
Ancora una volta solo in un letto troppo grande per un anima a metà....
il sole fuori timidamente tornava a chiedere il permesso per augurare il buongiorno,
ma dentro lascrime di cristallo e un gelido da soffocare chiusero la porta ancora per un pò....

soulsimphony

sabato 19 gennaio 2008

I miei AMICI.



Gli amici....dopo l'amore per la famiglia, vengono al secondo posto....
gli amici, quelli veri....lì trovi sempre lì seduti su una panchina a ridere e a cazzeggiare, restano lì prima di un amore e dopo che questo è andato via.
Sono pochi, ognuno diverso, ognuno preso da se stesso, assoli stonati contro le insidie e i problemi del tempo....ma una volta insieme è tutta un'altra storia...
Alcuni vanno e alcuni vengono, altri restano e altri ancora scappano...
un labirinto complicato dove perdersi insieme e dare un senso ad un album di ricordi....
FORZA RAGAZZI CHE FRA TRENT'ANNI....mi auguro che insieme avremo scritto una libreria di storie vissute insieme.....
grazie a tutti voi
davide
soulsimphony

mercoledì 16 gennaio 2008

concorsi di poesia..........



chi fosse interessato a partecipare a dei concorsi di poesia clicchi su questi siti! svegliatevi poeti!!




  • premio di poesia nazionale GIANCARLO GALLIANI (scade il 31/1/08)

http://www.premiogalliani.it/index.cfm



  • premio poesia comune di vigonza (scade il 31/3/08)

http://www.comune.vigonza.pd.it/Zope/sito/home/view?idnotizia=4161&idargomento=12




date sempre un occhiata a questa sezione l'aggiornerò di volta in volta!

parte di te.....tempo in te!






quando TI PENSO....secondi, minuti e ore non hanno alcun senso, è come girare e rigirare una clessidra senza sabbia, granelli al vento, sa di te ogni mio momento perchè sei diventata TU il mio TEMPO!
Soulsimphony

cos'è un ricordo....

un ricordo è come un onda...nasce, cresce e scompare, ma a volte poi ritonra negli oceani della mente di ognuno di noi...

soulsimphony


silenzio e ascoltatevi

Soffermatevi su questa foto.....
fissatela e chiudete gli occhi....lasciatevi andare e provate a diventare leggeri...cercate di scrollarvi da dosso i pensieri che vi lasciano al suolo....uccelli trasformati in aerei pesanti....fermi su piste d'asfalto....chiudete gli occhi....e lasciatevi cullare dal silenzio.....
non chiedete altro da voi stessi....solo il silenzio.
siete petali, la vostra essenza è un bocciolo di primavera, e il violino può essere quello che volete: un amore, un passione, un ideale, un sogno, la vostra stessa vita o il vostro quotidiano....
siete voi l'orchestra ....suonate voi la vostra musica....
acrobati ed equilibristi....su corde che aspettano solo voi....la musica è poesia e dentro ne avete, la poesia è in ognuno anche in una persona cattiva....non esiste una persona che non possa emozionarsi davanti all'orchestra della vita, anche una volta sola....
le lacrime e la mancanza di respiri sono il prezzo dello spettacolo....
ritrovatevi a occhi chiusi presi dal silenzio.....chiudetevi come carillon...e aspettate di aprirvi al mondo per fargli ascoltare la vostra melodia.....
soulsimphony

giovedì 10 gennaio 2008

.....uno squarcio di una email .....




Fra me e te è vero c'e tanta differenza....ma io ti verrei a prendere quando hai 35 anni e io 27.....
ti troverei li seduta su una spiaggia (il primo sfondo che ti ho mandato...)
ti verrei a prendere...a piedi scalzi lungo la riva.....lasciando che il vento giochi con i miei capelli e il mare mi bagni i piedi portandosi via con se traccie lievi del mio passato....perchè davanti solo tu il mio futuro....
verrei al crepuscolo...quando colori pastello tingono il tuo viso come un pennello unto di colore bacia una tela con la morbidezza di petali di rosa che avvolgono un insetto.
mi fermerei e ti guarderei negli occhi.....lasciando che le rughe di un cammino solitario, pian piano scomparissero nella certezza di un futuro insieme a te.....
mi inginocchierei di fronte alle tue ginocchia piegate e sfiorerei con la mia fronte i tuoi piedi soffici di sabbia tiepida, inerme alla tua volontà...
lasciarei che un gabbiano su in alto prenderebbe per portarsi via i miei giorni grici senza te al mio fianco, nascondendoli in una nuvola....per poi divenire pioggia, per alimentare piante, per far crescere frutti da far saziare la fame dei nostri figli....