domenica 13 luglio 2008

un titolo lungo una vita. (quinta parte)


6 anni dopo....

La pioggia picchiettava forte nel centro di Milano.
Gli occhietti attenti di un piccione fermo e inzuppato sul bordo di un cornicione, osservavano quel concerto variopinto di ombrelli fluire in basso nelle vie della citta.
Uno squarcio di colore donato a quella giornata grigia come una nuvola piena d'acqua.
La pioggia scivolava veloce sulla pelle di quella stupenda donna vestita in rosso che correndo sui tacchi cercava di farsi largo tra la gente.
Il ritmo della pioggia era aumentanto incessantemente e cercare di proseguire lungo le vie del centro senza un ombrello e per lo più con dei tacchi risultava un buon motivo per fermarsi presso la Feltrinelli e aspettare che il tempo si fosse ripreso, ascoltando qualche nuovo singolo con le cuffie o cercando tra le occasioni un buon dvd, un libro con il prezzo in offerta segnato in giallo.
Molte erano le persone che avevano avuto lo stesso pensiero di quella donna, all'ingresso gli ombrelli chiusi erano tantissimi e l'addetto alla sorveglianza fermo sulle porte scorrevoli aveva l'aria di chi in testa aveva lo stesso mucchio di pensieri caotici dettati dalla stanchezza.
Gli occhi di quell'uomo si riempirono di nuova luce nel vedere quella donna in rosso entrare e fermarsi un secondo sull'ingresso della galleria.
La bellezza di quella donna fermava il tempo e nonostante avesse tutti i capelli lunghi bagnati emanava un fascino capace di ammaliare i sensi, un mix di desiderio carnale e di poetica contemplazione.
La galleria era piena, persone ovunque ferme ad osservare scaffali stracolmi di libri, cd, film.
In sottofondo una leggera musica classica che addolciva l'udito e rilassava la mente.
Girando tra i vari reparti, la donna in rosso si fermo guardandosi intorno cercando nello scaffale che aveva di fronte un buon libro dalla copertina e dal titolo intrigante.
Dietro di lei una comoda poltroncina bianca libera, un invito a sedersi e gustarsi una bella anteprima nell'attesa che fuori il cielo avesse smesso di fare i capricci.
Tanti erano i libri, molti autori italiani noti, ma quasi come se l'occhio guidasse la sua mano, si ritrovò a cercare nel settore degli scrittori emergenti.
Ad un tratto la mano e lo sguardo si fermarono simultanemante di colpo.
Un libro dalla copertina viola e con al centro un fiore bellissimo, intitolato orchidea.
Un brivido lungo la schiena e un leggero nodo allo stomaco.
Un leggero senso di incredulità, scetticismo e paura si mescolarono nella sua testa.
La sola idea di ritrovarsi tra le mani il capitolo più bello e più significativo lungo il quale il suo cuore aveva imparato a muovere i primi passi le stava creando una sorta di impotenza nel cercare di aprile la copertina.
Quell'orchidea al centro sotto il titolo aveva quasi paralizzato la sua attenzione. Lente di ingrandimento che stava leggendo dentro di lei attimi andati ad una velocità assurda.
Lesse la firma dello scrittore e riconobbe solo il nome di quello che era stato il pricipale motivo per cui aveva deciso di scappare da qualcosa più grande di lei.
Si sedette sulla poltroncina bianca e con il libro sulle gambe respirò un secondo prima di aprilo e addentrarsi in quella storia cercando una risposta: lui e lei oppure una beffarda coindicenza.

Sotto al titolo nella prima pagina c'era una dedica: a te mia orchidea profumo dei giorni miei e unico fiore simbolo del mio futuro eterno riposo.

Richiuse il libro, conosceva una sola persona capace di sintetizzare con poche parole tanta passione enfatizzandola portandola quasi a sfiorare il limite.
La curiosità e il voler conescere il seguito era tanta.

I suoi occhi si fermarono sulla prefazione:

"Ognuno vive la vita come meglio può, correndo lungo risacche che cancelleranno le orme lungo il sentiero ma impotenti nello scalfire la memoria del viaggio una volta giunti a destinazione. Ognuno viva la vita scivolando su vetri che rifletteranno riflessi opachi di se stessi fino al momento che qualcuno gli mostrerà come aprire quella finestra e spiccare il volo unendosi a stormi di rondini migratorie.
La vita è ricerca a tratti celata e a tracci ostentata di marchiare a fuoco sulla propria pelle le iniziali di coloro che hanno dato un senso ai propri giorni per scrivere poi alla fine con tutte quelle lettere il titolo della propria esistenza.
Ho sopravvisuto al cospetto della mia vita come meglio ho potuto fino a quando non ho conosciuto la mia prima alba da coscente partecipante alla vita.
Ho sopravvisuto al cospetto della mia vita come meglio ho pututo fino a quando tu ORCHIDEA non mi hai insegnato ad amarmi nutrendomi dell'amore verso di te.


grazie e vivi come se la tua anima non fosse mai sazzia di quel poetico abbandono che molti chiamamano amore!

Una lacrima cadde sulla pagina aperta, la donna in rossa conosceva bene quelle parole, erano state le ultime parole che aveva scritta il suo uomo in quella lettera che le fu data in stazione quando le disse per la prima volta TI AMO quando si lasciarono per sempre.
Erano passati anni da quando si erano persi, da quando lei aveva provato invano a dimenticarlo nascondendolo nei laririnti più cupi della memoria, ma rileggendo quelle parole e ritrovandosi tra le mani un libro che parlava di loro, si ritrovò di fronte la realtà cruda e nuda: esiste un solo amore che ti segna per sempre.
Il telefono squillo strappando la donna dal libro e dai ricordi.
"Amore dove sei?". Una voce calma e rassicurante aspettava una risposta.
risposta che per qualche secondo tardò ad arrivare.
"Antonio sono in libreria, mi trovavo a passare di qui e volevo prendere un libro di favole per il nostro fiore!"
"va bene tesoro, orchiedea è qui al mio fianco vuole salutarti.!"
"mamma, mamma dove sei?"
Una voce tenere e molto squillante trillo quasi nel telefonino.
"Cara, mamma fra poco torna a casa, ti ho preso un bel libro di favole così stasera lo leggiamo insieme!"
"Grazie mamma, ti voglio bene!". La parola passò di nuovo al padre della bimba con la voce tenera e soffice come l'ovatta.
"Cara ci vediamo a cena. Ti Amo!"
"Ok a dopo! Ti amo anchio!"
La conversazione si chiuse e la donna resto per qualche secondo in silenzio senza fare niente, immobile.
Un uomo si avvinicinò porgendole un tovagliono.
"Deve essere un libro stupendo se si è commossa fino a questo punto!"
Aveva un sorriso smagliante, intorno alla quarantina, con modi gentili e molto educato.
La donna alzò gli occhi e sorrise.
"Grazie. Si è un libro stupendo, il più bello che abbia mai letto!"
SI alzò asciugandosi le lascrime e posò il libro dove lo aveva preso, non provò minimamente a leggere il finale della storia e non penso minimanente di portarlo con se alla cassa.
Prese un libro di favole per sua figlia e uscì dalla feltrinelli.
Fuori pioveva ancora e l'incessante mucchio di ombrelli continuava a brulicare lungo le vie del centro.
La metropolitana che l'avrebbe condotta a casa distava una quindicina di minuti a piedi.
La donna in rosso si avviò a passo lento in mezzo alla folla, lasciando che la pioggia potesse bagnarla per bene e sicuramente nessuno di quei tiepidi e frettolosi sguardi notò che non solo la pioggia bagnava quel suo viso stupendo, ma che anche altre gocce cadevano giù e non certo dal cielo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao!!!
Non sapevo scrivessi...bella scoperta!! é sempre interessante scoprire le modalità espressive di un ragazzo. Tutte queste parole lasciano intendere una cosa dell'autore..ke è 1perona ke vive con molta intensità il momento presente...
Lo stile è avvincente, nn annoia
ma per i miei gusti è cmq troppo ridondante
ha il gusto di qualcosa ke brucia e si consuma in fretta
e poi racconta di una persona a cui piace perdere il baricentro.....o il cui baricentro consiste nel perdersi in un'altra persona...
Che dire per come hai deciso di terminare il racconto... tanta passione, tanto ardore per poi versarlo nell'acqua fredda!!!
Sa di piacere ottenuto tramite la sofferenza, piacere che arriva al culmine e nn esplode. Il piacere di negar-si (se stessi ed a se stessi). Questo è tutto ciò che mi viene in mente dopo aver letto questo racconto tutto di fila... P.C.
Grazie

Anonimo ha detto...

Che dire...senza parole...da critica con la massima sincerità ti dico che è davvero stupendo poetico emozionante...ti fa venire la voglia di innamorarti e provare quell'amore quel sentimento che hai provato anche tu in prima persona e che ha permesso la creazione di questo ottimo libro...è stata fortunatissima questa persona"orchidea" ad averti incontrato e non sa o forse sa cosa ha perso...sono fiera e orgogliosa di aver avuto l'onore di leggere il primo libro, l'esordio di un futuro scrittore emergente...non spero o credo sono sicura che avrai successo perchè hai stile e soprattutto ci metti l'anima e la passione in tutto quello che scrivi e questo arriva...spero di poter leggere i prossimi libri che scriverai...sarà un'assidua lettrice...ciao fabiana

Anonimo ha detto...

ciao dave, in due parole SEMPLICEMENTE FANTASTICO.emozioni dopo emozioni, dolci brividi di stupende sensazioni,struggente passione. siamo fieri ed orgogliosi di essere tuoi accaniti sostenitori.un grosso abbraccio dai ragazzi dello studio ged.

Anonimo ha detto...

nonostante tutto quello ke è successo fino ad oggi sono sempre convinta ke ho avuto una fortuna immensa a conoscerti....mi manki e mi fa male nn vederti più....ricorda ke farai sempre parte della rosa delle persone più importanti e ke mi hanno saputo trasmettere emozioni stupende cm il racconto ke hai scritto.....nn ci sono parole per descriverlo...so dirti solo ke mi ha emozionata dall'inizio alla fine, attira l'attenzione nn è per niente noioso o prolisso...in poke parole sei capace di trasmettere tutte le sensazioni ke hai dentro e questo è un dono!!!!io ti auguro di imboccare seriamente questa strada il prima possibile xkè il talento c'è...e poi ti auguro di finire al più presto quel famoso libro ke potrà essere per me un ricordo bellissimo di tutte le esperienze e di tutti quei discorsi fatti insieme....ti voglio bene dave...manu